“La moda non è arte ma ha bisogno di un artista per esistere”. Parole di Yves Saint Laurent, pienamente condivise dalla couturier siciliana Flavia Lecci che, grazie a un percorso artistico che l’ha vista laurearsi all’Accademia di Belle Arti specializzandosi in pittura e restauro, ha deciso di mettere nella sua Alta Moda e nelle sue meravigliose collezioni Sposa tutto quel savoir faire appreso nei suoi appassionati anni di studio accademico.

Ecco il motivo per cui le sue creazioni sono del tutto eccezionali: a differenza dei suoi colleghi che trovano ispirazione nel mondo dell’arte, ispirandosi a tutte le varie correnti e stili che si sono susseguite nel corso dei secoli, Flavia Lecci mette l’Arte al servizio della Moda, utilizzando nelle sue creazioni tutte quelle tecniche manuali e artigianali che sono proprie di un atelier di pittura e scultura, naturalmente adattandole in modo del tutto innovativo per creare abiti che uniscano comfort e funzionalità a una bellezza ineffabile ed eterea.

L'armadio di una donna che ama l’alta moda, infatti, non dovrebbe mai assomigliare allo stand di un museo, con appesi abiti iperbolici e spettacolari, da ammirare sì, ma raramente, nonché difficilmente indossare a meno che non capiti l’occasione giusta, anch’essa ovviamente iperbolica e spettacolare.

Show e fashion show. Esiste una differenza abissale tra queste due parole e ogni couturier attraverso le sue collezioni dimostra chiaramente a quale delle due si sente più vicino.

La fantasia non va mai repressa, ogni creativo ha il suo universo immaginifico da cui trarre ispirazione, nonché un messaggio preciso che vuole lanciare attraverso le sue opere. Però, una volta spenti i riflettori sulla passerella, luogo incantato in cui tutto è concesso, soprattutto l’inusitato iconoclasta Impossibile spacciato a più riprese per genialità visionaria tout court, occorre ritornare al mondo del Possibile e pensare al mercato. Altrimenti si rischia solo di proporre delle  installazioni che, però, in quanto tali, mai prenderanno vita al di fuori della passerella, restando un mero esercizio di stile. L’alta moda è artigianalità e in essa, categoricamente valgono delle regole, come, ad esempio, in architettura: è chiaro che non si può realizzare un palazzo di sabbia che, per quanto bello, chiaramente non è funzionale. Per Flavia Lecci la stessa regola vale per la moda. Quella vera.

Artista o couturier? Anche tra queste due parole corre una differenza abissale.

Sebbene si definiscano stilisti, tanti couturier sono più dei performer che utilizzano tessuti e tecniche sartoriali strabilianti per cercare di creare qualcosa che desiderano ardentemente che sia definito artistico perché proprio come artisti vogliono essere universalmente riconosciuti.

Non dimenticano affatto, piuttosto tralasciano deliberatamente il fatto, cruciale, che un abito è un abito, ossia qualcosa che più che aspirare tendenzialmente alla gloria di una galleria d’arte dovrebbe essere pensato per essere messo in vetrina in una boutique per essere venduto.

Il che implica l’essere funzionale, perfettamente e facilmente indossabile nonché lavabile in tutta tranquillità, senza che si rovini in alcuna maniera, accompagnando così negli anni chi l’ha scelto con amore ed entusiasmo senza mai perdere nulla del suo irresistibile fascino.

Un vero capolavoro di stile, d’altronde, è concepito per durare nel tempo sia come materia che come idea e per esistere nello spazio, nel mondo in cui viviamo.

Deve essere vero perché la vita è reale. Non è un fashion show, una premiere, uno spettacolo. Persino le grandi star, spenti riflettori di un red carpet, nella vita reale amano vestirsi in modo sofisticato e non sopra le righe come devono per contratto fare durante prestigiosi eventi internazionali per attirare l’attenzione di stampa e fotografi. In quei momenti sono lì per fare spettacolo e dare spettacolo di sé per promuovere la loro ultima fatica artistica. Ma, spenti i riflettori, non c’è donna che non ami sentirsi chic e raffinata indossando creazioni che siano di alta moda ma non inutilmente estrose e trasgressive.

L’obiettivo è sentirsi ed essere icone di stile indossando capi sofisticati in cui basta un solo meraviglioso dettaglio a rendere unico l’outfit indossato. Nulla è lasciato al caso e, come sempre, la regola del less is more è più che vincente. Puntare su un dettaglio usato intelligentemente come un catalizzatore di attenzione e ammirazione è tutto ciò che serve a una donna per sentirsi elegante e femminile.

E in questa arte di equilibri sottili Flavia Lecci è esperta sublime grazie alle sue creazioni che vivono proprio di dettagli sfolgoranti capaci di rendere assolutamente indimenticabile ogni sua collezione dalla bellezza autenticamente senza tempo.

La sua passione per la moda risale all’infanzia e la strada intrapresa per realizzare il sogno di diventare stilista è passata attraverso un percorso di studi che oggi le permette di poter essere a pieno titolo uno dei nomi più interessanti della new wave dell’alta moda italiana.

Manualità artigiana e conoscenza approfondita di tecniche artistiche sia storiche che sperimentali apprese all’Accademia le hanno regalato, rispetto ai suoi colleghi dalla formazione fashion più classica e convenzionale, diversi assi nella manica che puntualmente la stilista cala con abilità sorprendente, facendo saltare il banco dei clichè e del già visto, regalandoci autentici capolavori di stile in cui arte e moda, tradizione e sperimentazione si combinano in audaci soluzioni che hanno il pregio immenso di essere perfettamente indossabili perché la sua è moda pura all’ennesima potenza, non ha bisogno di orpelli o di stravaganti soluzioni stilistiche per fare centro. Essenziale essenza.

La grande svolta della sua carriera avviene nel 2000 grazie alla collaborazione con la famosa couturier siciliana Marella Ferrera che la vuole con sé, ammirandone la passione per l’artigianalità che si traduce in un savoir faire decisamente straordinario. È suo l’abito di punta della collezione di alta moda che la stilista catanese presenta a Piazza di Spagna a “Donna sotto le Stelle”.

Si tratta di un abito-capolavoro costruito attraverso la tecnica del mosaico. Per realizzarlo Flavia Lecci ha utilizzato tante micro tessere in acetato lucido da lei personalmente intagliate e incollate una a una sul capo. L’abito ottenne un successo incredibile, fu un trionfo sui giornali, ma, soprattutto, per Flavia Lecci fu una folgorazione, la consapevolezza che poteva sperimentare nella moda, ossia sui tessuti, tutte quelle tecniche che in Accademia aveva imparato ad applicare su altri materiali.

Da qui la decisione di aprire un suo atelier a Catania per esprimere al massimo e in totale libertà la sua poetica, proseguendo lo studio sul mosaico applicato all’alta moda, studio che l’ha portata, grazie a ingegno e inventiva decisamente innate, ad affinare la sua tecnica, passando a ricamare a filo ogni singola tessera di abiti dalle silhouette bon ton e raffinate, realizzando opere straordinarie in tessuti preziosi e impalpabili, come la seta, spesso impiegando anche mesi per terminare un capo, dato che ogni passaggio è rigorosamente artigianale, nel segno del vero, grande Made in Italy.

Il suo elegante atelier, dove può contare sulla preziosa collaborazione di Nicoletta Laneri, Miriam Nicolosi e Vera Pennisi, è frequentato da una clientela colta ed esigente, amante di quell’unicità ed esclusività che solo il vero artigianato è in grado di regalare. Ed è sempre un emozione che si rinnova perché Flavia Lecci per ogni sua cliente sa ideare bespoke abiti che sono su misura non solo della propria silhouette, ma, soprattutto, della propria personalità. Perché ogni donna è unica e speciale.

Intellettualmente cosmopolita e studiosa appassionata di tutte le tecniche che nel mondo permettono di rendere assolutamente unico e prezioso, e quindi timeless, un abito, come siciliana ama la tradizione del pizzi, chiacchierino e tombolo di secolare memoria a cui però aggiunge sempre un tocco di contemporaneità chic, in un tripudio di luminosità, glamour e raffinatezza a cui è impossibile resistere. Flavia Lecci, infatti, nutre un grande rispetto per la tradizione, ma ama superarla dimostrando che non appartiene solo a un cristallizzato passato, ma che, nel mondo di oggi, ha qualcosa di nuovo e affascinante da dire.

Couturier nonché artista a tutto tondo, ha mosso tutti i suoi passi nel solco della tradizione del grande e vero Made in Italy in cui Lusso è sinonimo di alta artigianalità, accendendo i suoi abiti grazie al fuoco di un singolo dettaglio in grado di dare luce e senso compiuto alla creazione, come nel caso dei decori con lamina in oro la cui tecnica si basa su quella antica del restauro delle dorature nel passato. Memoire d’Accademia.

Ovviamente ogni abito decorato con questa sontuosa e regale tecnica è stato concepito per essere vissuto negli anni dalla cliente, è quindi possibile lavarlo senza che nulla si rovini. Un altro capolavoro d’ingegno perfettamente in linea con la convinzione ben salda che la moda non sia spettacolo, ma creazione puramente artigianale in grado di sfidare tutte le insidie delle colonne d’Ercole del Tempo senza che la grazia e bellezza vengano mai intaccate. Forever

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